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58 anni fa l’Italia conquistava lo spazio grazie a Luigi Broglio

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Luigi Broglio
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Nel cuore degli anni sessanta, quando si disegnava il futuro dell’esplorazione spaziale, il nostro paese intendeva dimostrare al mondo la sua capacità di innovare nonostante le cicatrici della guerra. A tal proposito, il professor Luigi Broglio, vero pioniere dell’astronautica italiana, ha tracciato una via che ci ha portato a lanciare un satellite, facendolo diventare la terza nazione al mondo a compiere questo audace salto!

Il progetto San Marco e la visione di un’Italia pionieristica

Negli anni sessanta, il professor Luigi Broglio, universalmente riconosciuto come il padre dell’astronautica italiana, concepì e realizzò il progetto San Marco. Con questo ambizioso piano, l’Italia si affermava come la terza nazione, dopo l’URSS e gli USA, a mettere in orbita un satellite. La collaborazione con il professor Carlo Buongiorno, allievo e braccio destro di Broglio, fu determinante: Buongiorno, che in seguito divenne il primo direttore generale dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), contribuì attivamente alla pianificazione tecnica e alla gestione del progetto. Inoltre, il supporto lungimirante di Enrico Mattei, allora presidente dell’ENI, permise la realizzazione di una base di lancio operativa, situata al largo delle coste di Malindi, in Kenya. Oggi, il Broglio Space Center rappresenta un simbolo tangibile di una collaborazione fatta di scienza, innovazione e diplomazia, come ricordato con orgoglio dal direttore generale dell’ASI, Vincenzo Maria Salamone.

Piattaforma Santa Rita del progetto San Marco nel 1970.

Broglio ed Enrico Mattei: un incontro che ha fatto la storia

Il 24 agosto 1961, durante l’inaugurazione della piattaforma Perro Negro a Massa Marittima, Luigi Broglio ebbe l’opportunità di confrontarsi direttamente con Enrico Mattei. Con determinazione, Broglio chiese di poter utilizzare quella stessa struttura, simbolo di una tecnologia all’avanguardia, per sostenere il suo audace progetto San Marco. La risposta di Mattei, tra stupore e un tocco di ironia, fu che le piattaforme venivano costruite per essere vendute, non per essere donate. Tuttavia, dimostrando una grande capacità di discernimento, nei giorni successivi Mattei predispose la cessione della piattaforma Scarabeo, allora ancorata nel Mar Rosso, consentendo così al progetto, pur contando su risorse limitate, di procedere verso la sua realizzazione.

La storica lettera di Broglio

La disponibilità della piattaforma non fu una questione banale. Con spirito intraprendente, Luigi Broglio scrisse una lettera che avrebbe segnato un passaggio fondamentale nella storia dell’astronautica italiana. In tale documento, indirizzato a Enrico Mattei, illustrava in dettaglio come realizzare un poligono di lancio equatoriale, anche utilizzando materiali di recupero. Questa missiva, che in seguito divenne un simbolo di innovazione, permise di destinare la piattaforma, poi ribattezzata Santa Rita in alcuni circoli, alla creazione di una base lanciabile. Adattata nei cantieri navali di Taranto, la piattaforma partì il 20 dicembre 1963 e affrontò un viaggio arduo di oltre 8.000 chilometri, sfidando condizioni marine estreme per essere poi posizionata strategicamente al largo delle coste di Malindi, nell’Oceano Indiano.

Immagine raffigurante Luigi Broglio.

Ricordi, valorizzazioni e il premio Broglio

L’epopea del progetto San Marco ha trovato nuova linfa grazie al racconto del professor Mario Marchetti, ingegnere aerospaziale e allievo di Broglio, incontrato nel gennaio 2017 al centro di ricerca Progetto San Marco dell’università “La Sapienza” all’aeroporto Roma-Urbe. Il suo testimoniare ha fatto emergere l’importanza di quegli eventi, restati per troppo tempo appannati tra “gli addetti ai lavori”. L’iniziativa di recuperare e presentare quella storica lettera nelle scuole e negli eventi pubblici ha portato a una serie di appuntamenti di valorizzazione, culminati durante lo IAC di Wilano 2024. Pochi mesi dopo, in occasione della Giornata Nazionale dello Spazio del 16 dicembre 2024, il documento conservato dall’Archivio storico dell’ENI venne elevato al rango di “Premio Broglio”. Durante una cerimonia tenutasi alla Camera dei Deputati, l’intergruppo parlamentare per la Space Economy consegnò questo riconoscimento agli ingegneri e ai tecnici che, giovanissimi nel 1967 a Malindi, realizzarono il lancio del satellite San Marco 2!

L’eredità di una nazione e il futuro dell’astronautica

Il lancio del satellite San Marco 2, avvenuto il 26 aprile 1967, rappresentò molto più di un successo tecnologico: fu l’espressione di un’Italia che, uscita dalle ombre della guerra, dimostrava di possedere ingegno, visione e competenze per operare in autonomia nello spazio. La storica impresa fu la prima al mondo a partire da un’orbita equatoriale e aprì la strada a numerosi altri lanci che hanno scritto pagine importanti nella storia dell’astrofisica. Fra questi, il satellite Uhruru, il primo dedicato all’astronomia a raggi X, si inserisce come un ulteriore esempio della capacità innovativa e pionieristica del nostro paese.

E tu, in che modo pensi che questa epopea abbia influenzato il futuro dell’astronautica e la percezione dell’Italia nel panorama spaziale mondiale? Scrivicelo nei commenti, oppure esplora altri articoli su AstroCuriosità!

Fonti: CoelumAstronomia

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