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Il nono volo di Starship è stato un fallimento, ma perchè?

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Il lancio, che rappresentava il nono volo di prova della megastruttura spaziale di SpaceX, aveva l’obiettivo duplice: dimostrare la fattibilità del riutilizzo del propulsore Super Heavy, utilizzato per la prima volta in missioni precedenti, e testare nuove funzionalità della navicella Starship, tra cui il dispiegamento di 8 satelliti dimostrativi Starlink per future missioni commerciali e governative. Questa missione, nonostante la presenza di alcuni segnali promettenti (ad esempio, l’attivazione completa del motore della navicella e un approntamento corretto della fase di separazione tra booster e Starship), si è conclusa con una serie di malfunzionamenti catastrofici che hanno impedito il raggiungimento degli obiettivi previsti.

Anomalie tecniche

l lancio è partito con successo, con il Super Heavy booster che ha dimostrato una notevole capacità computazionale e dinamica nell’orientamento, seguendo un profilo di volo precedentemente simulato. Tuttavia, a soli 6 minuti dopo il decollo, quando il booster si era avvicinato alla fase finale del suo “landing burn” nel Golfo del Messico, si è verificato una perdita improvvisa di controllo: secondo le immagini e i dati trasmessi in diretta, il booster ha subito un’“unscheduled disassembly”, ovvero un disfacimento rapido e incontrollato, sintomatico di una violenta esplosione causata probabilmente da un’anomalia nel sistema di rilevazione della pressione dei serbatoi di combustibile.

Parallelamente, la navicella Starship, separatasi con successo dal booster, ha affrontato un problema critico durante la fase di raggiungimento dell’orbita prevista. Il meccanismo del portello destinato al dispiegamento dei satelliti dimostrativi non si è aperto correttamente. Tale malfunzionamento, che ha impedito la liberazione degli 8 “payloads” programmati, ha rappresentato un segnale inequivocabile di problematiche strutturali nella fase di integrazione degli apparati meccanici e di controllo.

Ulteriormente, dopo il dispiegamento incompleto del portello, sono emersi dati relativi a una perdita di pressione nel serbatoio principale della Starship. Questa perdita è stata attribuita a una fuga nel sistema di combustibile, la quale ha indebolito la pressione necessaria per le fasi di coasting e rientro.

Man mano che la navicella procedeva lungo la sua traiettoria orbitale, la perdita di pressione combinata con il malfunzionamento del meccanismo di dispiegamento ha innescato una condizione di instabilità: dalla navicella è partito un lento ma inesorabile rotolamento, culminato in un disfacimento strutturale completo circa 30 minuti dopo il decollo, con la Starship che ha perso ogni capacità di controllo prima di disintegrarsi nell’Oceano Indiano.

L’analisi di un fallimento

L’analisi dei dati telemetrici e delle registrazioni video testimonia che il fallimento sia il risultato di una concatenazione di eventi tecnici.

L’impiego, per la prima volta, di un booster Super Heavy già utilizzato in precedenti volate ha introdotto variabili non ancora completamente caratterizzate. Le sollecitazioni termiche e meccaniche accumulate potrebbero aver indebolito alcuni componenti critici, contribuendo all’esplosione durante il landing burn.

Inoltre, il mancato dispiegamento del portello della payload bay evidenzia possibili difetti ingegneristici nell’assemblaggio dei meccanismi attuatori, con ripercussioni dirette sul regime aerodinamico e, di conseguenza, sulla stabilità complessiva della navicella.

Infine, la rilevazione della perdita di pressione nel serbatoio principale è un indicatore chiaro di una fuga nel sistema di alimentazione: una perdita, anche minima, in un sistema così complesso e sottoposto a pressioni estreme, può degenerare rapidamente in condizioni di catastrofe, specialmente durante le fasi critiche di coasting e rientro atmosferico.

Queste situazioni suggeriscono che il fallimento non possa essere attribuito a un singolo errore, ma a una serie di difetti interconnessi in fase di integrazione e test. I dati raccolti, sebbene preoccupanti, offriranno spunti fondamentali per iterare il design delle prossime versioni di Starship e per rafforzare il sistema di sicurezza e di ridondanza strutturale.

Quale impatto credi che questo evento possa avere sul futuro delle missioni spaziali e quali contromisure pensi siano fondamentali per altri fallimenti in future operazioni? Scrivicelo nei commenti, oppure esplora altri articoli su AstroCuriosità!

Fonti: MSN, ANSA

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