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Cecilia Payne-Gaposchkin: la rivoluzionaria dell’astrofisica

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Cecilia Payne-Gaposchkin
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Cecilia Payne-Gaposchkin è una figura titanica nella storia dell’astronomia, una scienziata che ha sfidato le convenzioni e ha riscritto le leggi della composizione stellare. Nata il 10 maggio 1900 a Wendover, Inghilterra, e scomparsa il 7 dicembre 1979, Payne-Gaposchkin ha lasciato un’eredità indelebile nella comprensione dell’universo.

La scoperta epocale

Nel 1925, nel suo dottorato presso Radcliffe College (affiliato ad Harvard), pubblicò una tesi rivoluzionaria: “Stellar atmospheres”. In essa, dimostrò che le stelle sono composte principalmente da idrogeno e elio, una scoperta che ribaltava le convinzioni dell’epoca. Prima di lei, si credeva che la composizione delle stelle fosse simile a quella terrestre, un’idea sostenuta da eminenti astronomi come Henry Norris Russell. Quest’ultimo, inizialmente scettico, dovette ammettere nel 1929 che Payne aveva ragione.

Immagine raffigurante l’astrofisica Cecilia Payne-Gaposchkin.

La battaglia contro il sessismo accademico

Nonostante la sua brillantezza, Payne-Gaposchkin dovette affrontare ostacoli enormi. Cambridge non le concesse una laurea perché era donna. Harvard, a sua volta, non le permise di ottenere un dottorato, costringendola a riceverlo da Radcliffe College. Tuttavia, la sua determinazione la portò a diventare la prima donna a ottenere una cattedra e a dirigere un dipartimento ad Harvard nel 1956!

L’influenza di Arthur Eddington

Nel 1919, Payne assistette a una conferenza di Arthur Eddington, che presentava prove sperimentali della teoria della relatività di Einstein. Questo evento cambiò la sua vita, spingendola a dedicarsi completamente alla fisica e all’astronomia.

Immagine raffigurante il famoso astronomo Arthur Eddington.
Credit: Britannica

Contributi scientifici e riconoscimenti

Oltre alla sua scoperta sulla composizione stellare, Payne-Gaposchkin studiò stelle variabili, contribuendo a oltre 3.000.000 di osservazioni. Pubblicò opere fondamentali come:

  • “The stars of high luminosity” (1930)
  • “Variable stars” (1938)
  • “Variable stars and galactic structure” (1954)

Ricevette numerosi premi, tra cui:

  • Annie Jump Cannon Award in astronomy (1934)
  • Henry Norris Russell Prize (1976)

Se avessi vissuto nel suo tempo, saresti stato abbastanza coraggioso da difendere una scoperta così radicale contro l’opposizione dell’intera comunità scientifica? Scrivicelo nei commenti, oppure esplora altri articoli su AstroCuriosità!

Fonti: Britannica, ScienceHistory

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