Molti di noi sono abituati a pensare il nostro pianeta come statico, ma non c’è nulla di più sbagliato. La Terra è un pianeta resiliente e si rigenera ogni singolo giorno. Gli scienziati, in questi ultimi anni, hanno inoltre notato uno strano “battito” proveniente dalle profondità del pianeta.
Si tratta del cuore della Terra?
Il fenomeno
Tra i fenomeni geofisici più insoliti del nostro pianeta, se ne verifica uno che da decenni stuzzica la curiosità degli specialisti e degli appasionati della Scienze della terra. Si tratta di una micro-scossa sismica che si ripete circa ogni 26 secondi con regolarità. Un battito sismico costante, impercettibile all’uomo, ma che gli strumenti sismici riescono a registrare. Questo fenomeno, noto come “microseismic pulse” o più poeticamente come il “battito cardiaco della Terra”, è reale, studiato e ancora oggi oggetto di discussione.

Credit: FareLaboratorio
Un segnale noto da decenni
Il primo a notare questa anomalia fu Jack Oliver, geofisico statunitense e pioniere nello studio della sismologia. Il suo team, nel 1962, constatò la presenza di un segnale persistente di lunga durata che proveniva principalmente da una zona vicino al Golfo di Guinea, e fu suggerito che questo potesse avere un’origine oceanica. Tuttavia, all’epoca, la qualità degli strumenti e la scarsa conoscenza della sismologia ambientale non permisero di scavare a fondo e di eseguire studi di maggior dettaglio.
Negli anni successivi, grazie al miglioramento delle tecnologie sismiche e alla diffusione di reti di monitoraggio globali, il fenomeno è stato registrato più o meno diffusamente su tutto il globo, così come dimostrò lo studio condotto da Gregory Bensen nel 2005.
Battito “cardiaco”
Il segnale si manifesta come un impulso sismico regolare, ogni 26 ± 0,2 secondi. Ha un’ampiezza molto bassa, tale da non poter essere avvertita dagli esseri umani, ma è chiaramente rilevabile dai sismometri a banda larga, gli stessi strumenti usati per monitorare i terremoti.
La cosa davvero sensazionale è che questo fenomeno non sembra essere legato ad alcun terremoto né a processi tettonici evidenti.
Secondo le analisi effettuate negli ultimi due decenni, la fonte principale di questo segnale sembra trovarsi proprio nel Golfo di Guinea. Ma da cosa è provocato il segnale sismico?
Teorie sulle origini del fenomeno
La regolarità del battito sismico ha generato numerose ipotesi circa la causa scatenante.
1. Onde oceaniche e interazione con la piattaforma continentale
Questa è l’ipotesi oggi più accreditata. Secondo i lavori di Stephen McNutt e Michael Ritzwoller, l’interazione tra onde oceaniche e particolari morfologie del fondale marino potrebbe generare un impulso sismico ciclico.
In particolare, onde provenienti da due direzioni diverse possono interferire costruttivamente, ossia tendono ad amplificare l’energia che poi viene trasferita, sotto forma di micro-vibrazioni sismiche nella crosta terrestre.
2. Vulcanismo sottomarino
I vulcani sottomarini possono produrre segnali a bassa frequenza persistenti, ma con ciclicità scarsa. Nonostante i diversi studi eseguiti (come ad esempio quello di David Wilson del Geological Survey) non sono state riscontrate emissioni termiche o gassose che supportino questa ipotesi.

Credit: Acquae
Cosa ci dice di importante questo fenomeno
Il segnale sismico del pianeta non rappresenta un rischio per la popolazione, ma è di grande interesse scientifico per comprendere la dinamica oceanica, ma anche per lo studio del pianeta in profondità: le onde sismiche, viaggiando a velocità diverse a seconda degli strati geologici, possono essere utilizzate per studiare la struttura interna della Terra.
Conclusioni
Il battito sismico del nostro pianeta è un fenomeno reale, naturale e scientificamente documentato, la cui origine resta ancora fortemente dibattuta, ma che molto probabilmente è legata all’interazione tra onde oceaniche e strutture geologiche sottomarine.
Non costituisce alcun pericolo per l’umanità e non è un presagio di eventi catastrofici, come spesso si insinua in ambienti pseudoscientifici o sensazionalistici. E no, non si tratta neppure di un mondo sotterraneo, né di un cuore pulsante.
Il battito invisibile della Terra ci rammenta che il nostro pianeta è vivo, dinamico e straordinariamente complesso, ma anche che non ne conosciamo ancora tutti i segreti.
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Fonti: McNutt, S. R. (2007). “Ocean Wave Sources of Microseisms.” Reviews of Geophysics, 45(3), RG3003.
Wilson, D., et al. (2011). “A low-frequency seismic source near the Equator.” Geophysical Research Letters.
Bensen, G. D., et al. (2007). “Processing seismic ambient noise data to obtain reliable broad-band surface wave dispersion measurements.” Geophysical Journal International.
Incorporated Research Institutions for Seismology (IRIS)
Articolo di: Giovanni Fanelli