Tra i minerali più strani e affascinanti della Terra, l’olivina occupa un posto speciale. Non solo per la sua composizione chimica e le sue proprietà fisiche, ma anche perché è uno dei minerali più abbondanti del mantello terrestre e un prezioso indicatore geochimico e petrologico.
Ma cosa rende l’olivina così importante?
Cosa è l’olivina
L’olivina fa parte del gruppo dei nesosilicati (in cui i tetraedri Si-O sono isolati) e la sua formula generale è (Mg,Fe)₂SiO₄. I due end-members principali del gruppo dell’olivina sono:
- Forsterite (Mg₂SiO₄): ricca in magnesio
- Fayalite (Fe₂SiO₄): ricca in ferro
La sua struttura cristallina è ortorombica e molto densa, tipica dei minerali che si formano in condizioni di alta pressione e temperatura.

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Dove troviamo l’olivina?
E’ un costituente comune di alcune rocce, come quelle ultrafemiche (peridotiti, duniti); la si rinviene in basalti e gabbri, ma può costituire anche i cosiddetti “xenoliti”, vale a dire inclusi ultrabasici che vengono trasportati sino in superficie da magmi alcalini. Ma se pensate che questo minerale si trovi solo sulla Terra, vi sbagliate! Infatti, l’olivina è molto comune in alcune meteoriti come condriti e pallasiti, dove si presenta in grandi cristalli immersi in una matrice di ferro e nichel.
Come si evince, quindi, l’olivina si forma a temperature elevate (oltre i 1200°C) e in ambienti poveri in silice. È instabile in superficie e si altera molto facilmente in minerali secondari come serpentino, idrossidi di ferro o clorite.

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Importanza nei processi geodinamici e applicazioni industriali
Essendo abbondante nel mantello terrestre, questo gruppo mineralogico assume un ruolo cruciale nella comprensione della composizione e delle proprietà reologiche litosferiche, ma anche dell’astenosfera. Difatti, in condizioni di alta pressione, l’olivina può trasformarsi in:
- Wadsleyite
- Ringwoodite
Queste sono le fasi ad alta pressione stabili nella zona di transizione del mantello (410–660 km di profondità) e influenzano la velocità delle onde sismiche e la dinamica del mantello. Le trasformazioni dell’olivina ci permettono di capire i processi all’interno del mantello, nonché le condizioni termo-bariche che troviamo nel nostro pianeta.
Oltre ad essere importante dal punto di vista geodinamico, è diffusamente utilizzata in ambito industriale (come materiale refrattario, abrasivo e nei processi di fusione dei metalli), in ambito gemmologico (la varietà peridoto è molto apprezzata per il suo colore verde brillante), ma anche in ambito ambientale: studi recenti valutano il suo uso per il sequestro naturale del CO₂ attraverso reazioni di alterazione chimica
Conclusione
L’olivina è molto più di un semplice minerale “prezioso”. È una finestra sul mantello terrestre, una chiave in più per comprendere i processi magmatici e tettonici, ma anche le profondità del nostro pianeta. Inoltre, la sua presenza in alcune meteoriti, fa di essa un testimone dell’origine del nostro sistema solare. La sua presenza in contesti così diversi, infine, rende questo gruppo mineralogico uno degli strumenti più potenti a disposizione delle Scienze della Terra.
E tu conoscevi l’olivina? Quanti altri minerali importanti ti vengono in mente?
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Fonti:
- Deer, W. A., Howie, R. A., & Zussman, J. (2013). An Introduction to the Rock-Forming Minerals. Mineralogical Society.
- Klein, C., & Dutrow, B. (2007). Manual of Mineral Science. John Wiley & Sons.
- Frost, D. J., & Dolejš, D. (2007). Experimental determination of olivine phase transitions. Reviews in Mineralogy and Geochemistry, 60(1), 243–275.
- Ringwood, A. E. (1975). Composition and Petrology of the Earth’s Mantle. McGraw-Hill.
Articolo di: Giovanni Fanelli