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Ofione: un nuovo paradigma nella dinamica di dispersione dei cluster stellari e nell’evoluzione galattica

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Ofione
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La famiglia Ofione si presenta come un insieme coeso di oltre mille stelle giovani, localizzate a circa 652 anni luce dalla Terra e confinate, per neanche dirlo, nella regione centrale della costellazione dell’Ofiuco. Diversamente dalle consuete associazioni stellari, le cui componenti mantengono una coesione gravitazionale duratura, Ofione è destinata a disperdersi in tempi cosmici incredibilmente ridotti. La caratteristica peculiare di questa famiglia risiede proprio nella sua dinamica di dispersione: i membri si allontanano in maniera caotica, con velocità che superano i 20 chilometri al secondo, un fenomeno del tutto atipico rispetto ai tradizionali modelli di espansione stellare.

Osservazioni e metodologia

Le origini di questa scoperta si celano nei dati di Gaia, il satellite rivoluzionario della ESA, che ha fornito misure di parallasse e movimenti proprio estremamente precise per oltre un miliardo di stelle nella Via Lattea. Utilizzando avanzatissimi algoritmi di clustering, similmente ai metodi DBSCAN, l’equipe di ricerca della Western Washington University è riuscita a identificare Ofione come un subset distinto, caratterizzato da una coerenza nei parametri di movimento e in un’origine comune. Queste tecniche multidimensionali hanno permesso di isolare un gruppo di stelle che, pur nascendo dalla medesima nube molecolare, oggi mostrano una dispersione cinematica assolutamente fuori dagli schemi ordinari, rivoluzionando la nostra capacità di ricostruire i processi evolutivi all’interno della galassia.

 I puntini gialli al centro dell’immagine indicano la posizione delle oltre mille giovani stelle che formano la famiglia stellare Ofione, individuata da Huson e colleghi analizzando i dati del satellite.
Credits: Esa/Gaia/Dpac

Proprietà fisiche e cinematiche

Le misurazioni ultra-precise di Gaia rivelano che la famiglia Ofione si trova a circa 652 anni luce dalla Terra, con un margine d’errore derivante dalla parallasse inferiore all’1%, testimonianza della qualità dei dati forniti dal satellite. Inoltre, il gruppo include più di mille stelle, tutte caratterizzate da un’età giovanile che le colloca tra le formazioni stellari più recenti.

Le sue stelle si allontanano a velocità superiori a 20 km/s. Questo dato risulta sorprendente, poiché in gruppi di tale numerosità ci aspetteremmo moti collettivi ben ordinati. Il moto caotico osservato indica che le interazioni dinamiche interne ed esterne (come eventuali passaggi nelle vicinanze di onde d’urto o eventi supernova) abbiano determinato una dispersione accelerata e fortemente non lineare. Infine , le analisi spettrali rivelano una composizione chimica sorprendentemente omogenea tra le stelle, in particolare per quanto riguarda gli elementi metallici e gli alfa-elementi, confermando un’origine comune da una singola nube molecolare soggetta a processi di frammentazione intensa e improvvisa.

Queste proprietà indicano che Ofione non solo è un laboratorio naturale per studiare i processi di formazione stellare, ma rappresenta anche un caso eccezionale dei meccanismi che portano alla rapida dissociazione dei nuclei stellari dopo la loro nascita

Implicazioni teoriche e dinamiche galattiche

Il comportamento dinamico anomalo di Ofione sfida i modelli tradizionali della formazione e della successiva evoluzione degli agglomerati stellari. In genere, le stelle nascono insieme e rimangono gravità legate per centinaia di milioni di anni, costituendo aperti cluster che possono essere osservati come entità compatte. La sua dispersione caotica , invece, suggerisce che fattori come il turbulence della nube madre, eventi di supernova precoce o interazioni esterne con strutture galattiche vicine abbiano giocato un ruolo dominante nel disperdere il gruppo in tempi astronomicamente brevi (nell’ordine di decine di milioni di anni). Questo fenomeno rivela che l’evoluzione strutturale della Via Lattea è molto più dinamica e “in situ” di quanto stimato in precedenza, contribuendo a rinnovare la nostra comprensione della migrazione e della dispersione delle nascite stellari. È possibile che studi futuri, supportati da simulazioni N-body e analisi spettrali, possano individuare altre famiglie con caratteristiche analoghe, ampliando la frontiera della nostra conoscenza sulle interazioni galattiche.

In che modo pensi che la scoperta della famiglia Ofione possa rivoluzionare la nostra concezione dell’evoluzione galattica e stimolare nuove strade di indagine nell’astrofisica moderna? Scrivicelo nei commenti, oppure esplora altri articoli su AstroCuriosità!

Fonti: INAF

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