Per la prima volta nella storia dell’astronomia, la superficie del pianeta rosso ha svelato un fenomeno di rara bellezza: un’aurora in luce visibile, un evento mai osservato prima su un corpo celeste diverso dalla Terra. Il rover Perseverance della NASA, dotato di strumenti di precisione come il Mastcam-Z e il SuperCam spectrometer, ha fotografato un’inebriante sfumatura verde che ha attraversato il cielo notturno di Marte.
Questo evento, verificatosi dopo una massiccia eruzione solare, una serie di esplosioni solari e un’immensa espulsione coronale (CME), rappresenta una conferma concreta e inattesa delle teorie che da tempo prevedevano la presenza di fenomeni aurorali anche su un pianeta privo di un campo magnetico globale come la Terra.
Come nasce un’aurora su Marte?
Diversamente dalle famose luci danzanti viste ai poli terrestri, le aurore marziane sono generate da un meccanismo del tutto atipico: l’interazione di particelle cariche ad altissima energia, emanate da una potente tempesta solare, con l’esigua e complessa atmosfera di Marte.
Sul nostro pianeta, il campo magnetico globale convoglia le particelle verso l’estremo nord e sud, mentre su Marte, privo di tali ancore magnetiche, le particelle solari entrano in collisione direttamente con le molecole atmosferiche ovunque si trovino. Questo processo dà origine a quella che viene chiamata un’aurora di tipo “solar energetic particle” (SEP), il cui caratteristico bagliore verde, misurato esattamente a 557.7 nanometri, è il risultato della deesaurimento degli stati eccitati dell’ossigeno.
L’assenza di un campo magnetico organizzato rende il fenomeno diffuso e uniforme, estendendosi su gran parte del cielo marziano, un contrasto straordinario rispetto alle cortine luminose che tipicamente incorniciano i poli terrestri.

Credits: NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS/SSI
Una sinfonia tra Sole e Marte
Il tempismo è stato essenziale per immortalare questo raro spettacolo. Il CME, emesso dal Sole il 15 marzo 2024, ha inviato una valanga di particelle cariche attraverso il sistema solare.
La precisione nella coordinazione tra i centri di monitoraggio del “Moon to Mars Space Weather Analysis Office” e il Community Coordinated Modeling Center ha permesso al team internazionale di orientare, con una precisione quasi coreografica, gli strumenti del rover pochi giorni dopo l’evento, il 18 marzo 2024, catturando così il tenue bagliore verde dell’aurora.
Questa sinergia tra modelli previsionali, monitoraggio in tempo reale e l’ingegnosità strumentale ha aperto una finestra senza precedenti sulla dinamica interplanetaria e sulla capacità della luce solare di plasmare anche gli angoli più remoti del nostro sistema solare.
Il culmine dell’ingegneria spaziale applicata alla ricerca
Il successo dell’osservazione non è frutto del caso, bensì della meticolosa preparazione e dell’impiego di tecnologie all’avanguardia. Il rover Perseverance ha impiegato il suo SuperCam spectrometer per sintonizzare esattamente la lunghezza d’onda del bagliore, mentre il Mastcam-Z ha registrato la scena in condizioni di luce visibile, mettendo a confronto lo scenario notturno con e senza l’aurora.
Questo approccio multidisciplinare, con il contributo attivo di scienziati di istituti internazionali, tra cui l’università di Oslo, guidata dalla post-dottoranda Elise Knutsen, ha permesso di verificare in modo incontestabile la natura e l’origine del fenomeno. La strategia di coordinazione e sincronizzazione degli strumenti, basata su sofisticati algoritmi e modelli predittivi, ha dimostrato l’affidabilità di tali metodi per future missioni di esplorazione in ambienti extraterrestri.
E tu, sei pronto a lasciarti incantare dal mistero delle aurore marziane e a scoprire quali altri segreti incredibili l’universo ha ancora in serbo per noi? Scrivicelo nei commenti, oppure esplora altri articoli su AstroCuriosità!