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Viaggio al centro della Terra: un’esperienza tra scienza e fantasia

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Il romanzo “Viaggio al centro della Terra” di Jules Verne, pubblicato nel 1864, è uno dei lavori più iconici dell’autore, considerato il padre della fantascienza moderna. Il libro narra le vicende avventurose del professor Lidenbrock, di suo nipote Axel e della loro guida Hans che, seguendo un antico manoscritto, si addentrano nel sottosuolo terrestre attraverso un vulcano islandese affrontando un meraviglioso viaggio verso il centro della Terra popolato da funghi giganti e creature preistoriche. Ma quanto c’è di vero nelle descrizioni di Verne? E cosa, invece, appartiene al regno della fantasia?

Il centro della Terra: è possibile arrivarci?

Jules Verne

Nel romanzo, i protagonisti entrano nelle profondità del pianeta attraverso un vulcano spento dell’Islanda (lo Sneffels, realmente esistente) e scendono per centinaia di chilometri, fino a raggiungere quasi il centro della Terra. La verità è che l’essere umano ha esplorato solo una minima parte del sottosuolo terrestre.

Il punto più profondo mai creato è il Pozzo di Kola (Russia), scavato tra il 1970 e il 1989. Esso raggiunge la profondità di 12.262 metri – appena lo 0,2% del raggio terrestre (circa 6.371 km). Ora, sappiamo che la temperatura e la pressione aumentano man mano che andiamo in profondità nel nostro pianeta. Perciò, al di sotto dei 12 km, la temperatura e la pressione diventano proibitive.

Pressione e temperatura: i limiti invalicabili

Nel romanzo, i personaggi affrontano condizioni estreme, ma soprattutto si muovono in un mondo privo di “rischi ambientali”.

A profondità di 100 km, la pressione raggiunge circa 3 GPa (30.000 atm). Il corpo umano, anche con tute speciali, non potrebbe sopportare tali condizioni senza arrivare al collasso.

Il gradiente geotermico medio, invece, è di circa 25–30 °C/km. A 100 km, le temperature possono superare i 1.200 °C. Senza un sistema di raffreddamento efficace, la sopravvivenza sarebbe impossibile.

La struttura interna della Terra

Nella sua opera, Verne immagina vasti spazi vuoti nel sottosuolo: grotte gigantesche, mari sotterranei, atmosfere interne con eventi meteorologici importanti e persino un “sole” a bassa luminosità. Questa idea deriva quasi sicuramente dalla teoria ottocentesca della Terra Cava, oggi completamente abbandonata, per fortuna.

Negli ultimi anni, Le moderne conoscenze geofisiche basate su analisi delle onde sismiche, modelli gravitazionali e studi termici e minerali ad alta pressione hanno rivelato che la Terra è stratificata in:

  • Crosta: 5–70 km di spessore.
  • Mantello: fino a 2.900 km di profondità.
  • Nucleo esterno: fatto da ferro e nichel fusi.
  • Nucleo interno: solido.

Questa è una stratificazione sommaria (non scendiamo nei dettagli) solo per far comprendere che nel pianeta non esistono vuoti cavernosi come quelli descritti da Verne.

A proposito di geofisica, vi rimando all’articolo sul “Battito della Terra” per farvi comprendere cosa scopriamo, ogni giorno, sul nostro pianeta grazie a questa branca della geologia.

Struttura interna della Terra e variazioni di P e T in profondità
Credit: Digilands

Mari sotterranei e creature preistoriche

Durante il percorso descritto nel romanzo, i protagonisti navigano su un mare sotterraneo, incontrando ittiosauri e plesiosauri, creature estinte da milioni di anni. Sebbene la narrazione sia suggestiva e molto particolare, non vi sono mari interni navigabili nelle profondità terrestri.

È vero però che l’acqua è presente all’interno della Terra, ma non come la immaginiamo noi (o non proprio come l’ha immaginata Verne). Essa esiste legata chimicamente ai minerali oppure in piccole tasche fluide che non costituirebbero mari navigabili.

Per quanto riguarda la fauna – tralasciando i dinosauri, estinti alla fine del Cretaceo (~66 Ma) – la vita abissale reale e oggi conosciuta è microbica, come batteri chemiosintetici, trovati in profondità fino a 5 km nella crosta.

I protagonisti sul mare sotterraneo
Credit: Portaleragazzi

Il vulcano come portale

Nel libro, lo Sneffels islandese costituisce la porta per il centro della Terra. I protagonisti vi si addentrano per poi riemergere, alla fine del viaggio, dal Vesuvio, in Italia. Una distanza incredibile e geologicamente impossibile (quanti anni ci avrebbero messo?).

C’è da dire, innanzitutto, che i coni vulcanici non sono cavità libere ma strutture formate da materiali solidi (lava, tefra, ceneri). Non esistono “gallerie” che colleghino addirittura due vulcani tra Islanda e Campania. Inoltre, l’attività vulcanica è il complesso risultato della risalita di magmi situati a decine di metri di profondità.

Verne: il genio dell’autore e le anticipazioni scientifiche

Nonostante le idee “fantageologiche”, Verne ha avuto intuizioni brillanti. Ad esempio, l’idea di un mondo sotterraneo abitabile anticipa le teorie sulla biosfera profonda (microbica). La narrazione, comunque, stimola la curiosità verso lo studio della geologia, la paleontologia e la vulcanologia in generale, avvicinando i lettori a queste scienze oggi essenziali.

Conclusione

Voyage au centre de la Terre è un capolavoro letterario che combina scienza, immaginazione e avventura. Pur non essendo scientificamente valido, il romanzo ha avuto un impatto duraturo sulla cultura popolare e sulla divulgazione delle Scienze della Terra. Non bisogna dimenticare che Jules Verne ha studiato e si è documentato molto prima di partorire un’opera così affascinante e dunque è doveroso enfatizzare il genio dell’autore.

La distinzione tra realtà e fantasia, però, ci aiuta a comprendere quanto sia meraviglioso, e ancora misterioso, il nostro pianeta.

Quanto sarebbe bello esplorare la Terra in profondità?

Continua il viaggio su AstroCuriosità!

Fonti:

  • Kremenetskaya, E. O., et al. (2006). Deep Boreholes in the Crust of the Earth: The Kola Superdeep. Geology of Ore Deposits.
  • Dziewonski, A. M., & Anderson, D. L. (1981). Preliminary reference Earth model. Physics of the Earth and Planetary Interiors.
  • Čermák, V. (1993). Heat flow and temperature in the Earth’s interior. Elsevier Science.
  • Pearson, D. G., et al. (2014). Hydrous mantle transition zone indicated by ringwoodite included within diamond. Nature.
  • Boston, P. J., et al. (2001). Subsurface life and its relevance to the search for life elsewhere. Astrobiology.
  • Turcotte, D. L., & Schubert, G. (2014). Geodynamics. Cambridge University Press.
  • Sigurdsson, H. et al. (2015). The Encyclopedia of Volcanoes. Academic Press.
  • Butcher, W. (2006). Jules Verne: The Definitive Biography. Thunder’s Mouth Press.
  • Gohau, G. (1990). A History of Geology. Rutgers University Press.

Articolo di: Giovanni Fanelli

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